Francia, Yaël Joalland racconta la terribile caduta avvenuta al GP Marseillaise e il bel gesto di Axel Zingle: “Potrebbe avermi salvato la vita”

Yaël Joalland ha rischiato la vita nel corso del GP Marseillaise 2024, disputatosi lo scorso 28 gennaio. Il corridore transalpino della CIC U Nantes Atlantique era infatti rimasto coinvolto in una grossa caduta avvenuta nella discesa successiva alla Route de Crêtes, un incidente nel quale il 23enne aveva sbattuto fortemente la faccia contro un muretto, perdendo anche conoscenza. Nella stessa caduta era rimasto coinvolto, tra gli altri, anche Axel Zingle (Cofidis), amico di Joalland, che, come fatto da Romain Bardet nei confronti di Julian Alaphilippe alla Liegi-Bastogne-Liegi 2022, non ci ha pensato due volte a lasciar perdere la bici e la gara per andare a soccorrere il connazionale ferito.

“Era una curva piuttosto pericolosa, andavamo un po’ troppo veloci e BAM. C’è stata una caduta collettiva – racconta Joalland a DirectVeloNon sono scivolato, ho sbattuto contro un muro, di faccia piena“. Più fortunato è stato Zingle, anche lui, comunque, piuttosto acciaccato: “Dopo la caduta, mi ci è voluto un po’ di tempo per riprendermi. Ma quando ho visto Yaël, ho pensato che sarebbe rimasto lì. Non sembrava molto cosciente ed era soprattutto in preda alle convulsioni. Era sdraiato di schiena, aveva la bocca piena di sangue. Vedevo che non riusciva più a respirare. Capii che aveva battuto forte la testa. Avevo molta paura per lui. Sarebbe potuto morire“.

Ho perso conoscenza – prosegue Joalland – Non ho alcun ricordo di questa caduta e dei momenti che sono seguiti. L’ultima immagine che ho nella memoria è la vetta della Crêtes. Poi mi sono svegliato in ospedale a Marsiglia. Ma so cosa ha fatto Axel per me. Per fortuna era lì. Potrebbe avermi salvato la vita“.

Anche il corridore della Cofidis, nonostante non fosse ferito, non ha comunque passato momenti facili in attesa dell’arrivo dei medici: “Ho cercato di stare con lui finché non è arrivato qualcuno di più competente. Mentalmente, non è stato facile, soprattutto perché è un amico, anche se sarei rimasto altrettanto scioccato dalla situazione per qualsiasi altro corridore del gruppo. Ci sono spesso delle cadute, ma di questa gravità…”

Senza l’aiuto di Zingle, dunque, le conseguenze per Joalland sarebbero potute essere peggiori, anche se il bilancio è comunque piuttosto pesante: “Ho avuto una decina di fratture al viso, ai seni e al setto nasale, alla mascella… Mi hanno messo placche e viti nel mento. Sono state colpite anche quattro vertebre, di cui una fratturata che, al momento, non è ancora stabile“. Per quest’ultima, il 23enne non ha ancora potuto essere operato: “Le altre operazioni venivano eseguite da dietro, ma per questa vertebra bisognerebbe andare da davanti, vicino ad alcuni organi. È più complicata e più rischiosa, quindi vorremmo evitarla. Ci auguriamo che si consolidi bene nei giorni e nelle settimane a venire”, ma, se “non migliorerà, dovrò operarmi, non avrò più scelta”.

Per il corridore della CIC U Nantes Atlantique si prospetta un lungo e difficile recupero: “Devo sdraiarmi il più spesso possibile e non fare movimenti sbagliati. Quasi non riesco ad aprire bocca. Mangio composte, yogurt e puree da tre settimane. Non è molto divertente”. Il 23enne spera di poter presto tornare alla sua vita: “Per ora tornare a casa sarebbe già una grande vittoria. Spero di tornare in bici il prima possibile, ma non dobbiamo saltare le tappe. Non mi comporterò da stupido per poi rimanere paralizzato tra 30 anni o avere la schiena a pezzi“.

C’è comunque preoccupazione riguardo alla carriera ciclistica: “Penso che riuscirò a tornare in bici a un certo punto. Tuttavia, tornerò al mio livello? Non lo so… Non è facile, ma penso che sarebbe potuta andare peggio. Sono sostenuto dai miei cari, ricevo molti messaggi e questo mi rende estremamente felice. Questo fine settimana ero anche contento di vedere i miei compagni correre in TV al Tour des Alpes-Maritimes, anche se ero frustrato per non esserci”.

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